Luciano Spalletti torna a far parlare di sé. In una lunga intervista rilasciata a La Repubblica, l’ex commissario tecnico della Nazionale italiana ha raccontato il peso emotivo lasciato dall’esperienza in azzurro e l’impatto che il calcio ha avuto sulla sua vita. “Il calcio mi ha rovinato la vita. Gli ho voluto più bene che a me stesso, sacrificando anche le persone a me più care”, ha dichiarato Spalletti con toni carichi di malinconia e riflessione.
Esonero Nazionale italiana, una ferita ancora aperta per Spalletti
Dopo l’addio alla panchina azzurra, seguito alla pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia, Spalletti confessa: “Quel pensiero non mi passa mai. Mi toglie il sonno, mi condiziona in tutto”. Eppure, nonostante l’esito amaro, l’ex allenatore di Roma e Napoli non rinnega la scelta di aver accettato l’incarico: “La Nazionale non chiede, chiama. Non si sceglie se accettare, non c’è una riflessione razionale. Il mio errore, forse, è stato pigiare troppo sul senso di identità”.
Nel corso dell’intervista, il tecnico toscano ha anche ammesso le difficoltà incontrate durante i mesi più critici del suo mandato: “Da marzo a giugno abbiamo subito una pressione enorme. L’ombra di un Polifemo sulle spalle. Abbiamo preso gol troppo banali e abbiamo affrontato situazioni imprevedibili, anche in ritiro. Tanti infortuni in venti minuti di allenamento”.